Dighe in Abruzzo
Dighe in Abruzzo
Come avevo anticipato, inserisco qui alcune fotografie e alcune informazioni relative alle dighe e alle centrali presenti qui in Abruzzo e, in particolare, nei dintorni della mia città (che si trova non lontano dal Gran Sasso d'Italia).
Spero possa servirvi per proseguire il censimento degli impianti presenti in tutto il territorio nazionale
Spero possa servirvi per proseguire il censimento degli impianti presenti in tutto il territorio nazionale
DIGA DI PIAGANINI
Iniziamo con la prima Diga che appare alla vista da chi, proveniendo da Teramo (dalla ex SS80), si dirige verso il Valico delle Capannelle. Valico utilizzato, prima della realizzazione del Tunnel del Gran Sasso, per superare la montagna e collegare, in quota, le Province di Teramo e di L'Aquila.
Su questa strada di montagna, quindi, ad un certo punto si vede comparire, sulla destra, una diga col relativo bacino. E' la Diga di Piaganini.
La Diga e il bacino sono ben visibili in più punti ed è possibile ammirarli anche dalle aperture sul fianco destro della galleria di Piaganini (che costeggia l'invaso).
Si tratta di una Diga ad arco e a gravità (a doppia curvatura), che forma l'omonimo invaso, attraverso lo sbarramento e la captazione delle acque del fiume Vomano e le acque di scarico della Centrale di San Giacomo, a sua volta alimentata dall'invaso della Diga di Provvidenza.
L'invaso di Piaganini, alimentato nel modo sopra descritto, alimenta quindi tuttora la Centrale di Montorio, situata in caverna.
Nei prossimi giorni (probabilmente mi ci recherò domani stesso) inserirò le immagini della Diga di Piaganini come appare oggi e della Centrale di Montorio. Oltre che delle altre due dighe (Campotosto e Provvidenza), che alimentano le altre due centrali (Provvidenza e San Giacomo).
Per il momento, comunque, inserisco queste due immagini di Piaganini (tratte dal sito web del Registro Italiano Dighe):

Diga di Piaganini in costruzione

Sezione trasversale della Diga

Il caratteristico paesaggio del luogo

La ex SS80 che si inerpica sulla montagna attraverso la galleria di Piaganini e, sulla destra, inizia ad intravedersi la Diga
Iniziamo con la prima Diga che appare alla vista da chi, proveniendo da Teramo (dalla ex SS80), si dirige verso il Valico delle Capannelle. Valico utilizzato, prima della realizzazione del Tunnel del Gran Sasso, per superare la montagna e collegare, in quota, le Province di Teramo e di L'Aquila.
Su questa strada di montagna, quindi, ad un certo punto si vede comparire, sulla destra, una diga col relativo bacino. E' la Diga di Piaganini.
La Diga e il bacino sono ben visibili in più punti ed è possibile ammirarli anche dalle aperture sul fianco destro della galleria di Piaganini (che costeggia l'invaso).
Si tratta di una Diga ad arco e a gravità (a doppia curvatura), che forma l'omonimo invaso, attraverso lo sbarramento e la captazione delle acque del fiume Vomano e le acque di scarico della Centrale di San Giacomo, a sua volta alimentata dall'invaso della Diga di Provvidenza.
L'invaso di Piaganini, alimentato nel modo sopra descritto, alimenta quindi tuttora la Centrale di Montorio, situata in caverna.
Nei prossimi giorni (probabilmente mi ci recherò domani stesso) inserirò le immagini della Diga di Piaganini come appare oggi e della Centrale di Montorio. Oltre che delle altre due dighe (Campotosto e Provvidenza), che alimentano le altre due centrali (Provvidenza e San Giacomo).
Per il momento, comunque, inserisco queste due immagini di Piaganini (tratte dal sito web del Registro Italiano Dighe):

Diga di Piaganini in costruzione

Sezione trasversale della Diga

Il caratteristico paesaggio del luogo

La ex SS80 che si inerpica sulla montagna attraverso la galleria di Piaganini e, sulla destra, inizia ad intravedersi la Diga
Come avevo anticipato ieri, proseguiamo oggi il nostro viaggio lungo la SS80, che collega le Province di Teramo e di L'Aquila, attraverso il Valico delle Capannelle.
Venendo da Teramo, la prima struttura che si incontra, sulla destra, è la Diga di Piaganini, costruita nel 1955.
Ecco qualche nuova immagine.

Descrizione della Diga di Piaganini su un pannello dell'ENEL, nei pressi dell'impianto

Il paesaggio del luogo

Ponte di collegamento con la strada per Cortino

Visione frontale della Diga

Invaso di Piaganini

Coronamento della Diga

Galleria che corre lungo il fianco destro della montagna (all'interno di questa galleria, ad una trentina di metri dall'imbocco, sulla destra si apre un passaggio che conduce sul coronamento della Diga)

Galleria che si apre sul coronamento, dall'altro lato rispetto a quello di accesso (dalla galleria della foto precedente)

Gli scarichi della Diga

Particolare di uno degli scarichi (che tipo di scarico sarà?)
Venendo da Teramo, la prima struttura che si incontra, sulla destra, è la Diga di Piaganini, costruita nel 1955.
Ecco qualche nuova immagine.

Descrizione della Diga di Piaganini su un pannello dell'ENEL, nei pressi dell'impianto

Il paesaggio del luogo

Ponte di collegamento con la strada per Cortino

Visione frontale della Diga

Invaso di Piaganini

Coronamento della Diga

Galleria che corre lungo il fianco destro della montagna (all'interno di questa galleria, ad una trentina di metri dall'imbocco, sulla destra si apre un passaggio che conduce sul coronamento della Diga)

Galleria che si apre sul coronamento, dall'altro lato rispetto a quello di accesso (dalla galleria della foto precedente)

Gli scarichi della Diga

Particolare di uno degli scarichi (che tipo di scarico sarà?)
CENTRALE DI MONTORIO
Le acque provenienti dall'invaso di Piaganini vanno ad alimentare la Centrale di Montorio.
Anch’essa situata in caverna, è caratterizzata dal classico ingresso in pietra (utilizzato anche per le Centrali di Provvidenza e di San Giacomo) ed è stata realizzata nel 1955.
L'impianto è alimentato da una derivazione la cui opera di presa è ubicata nell’invaso di Piaganini, formato grazie all’omonima Diga ad arco gravità a doppia curvatura (vista sopra).
Nella sala macchine sono installati tre gruppi con turbine Francis e due gruppi ausiliari con turbine Pelton.
La sala di trasformazione è connessa alla stazione elettrica da un pozzo verticale alto 242 metri attraverso cui passano i cavi. Tale sistema, per il forte dislivello tra le estremità, era all'epoca unico al mondo.
Vicino alla stazione di trasformazione è visibile anche la vasca di espansione del pozzo piezometrico.
Ecco qualche immagine (con particolare gratitudine al sito web dell'ENEL).

Scorcio della sala macchine

Vecchia foto della sala macchine
Le acque provenienti dall'invaso di Piaganini vanno ad alimentare la Centrale di Montorio.
Anch’essa situata in caverna, è caratterizzata dal classico ingresso in pietra (utilizzato anche per le Centrali di Provvidenza e di San Giacomo) ed è stata realizzata nel 1955.
L'impianto è alimentato da una derivazione la cui opera di presa è ubicata nell’invaso di Piaganini, formato grazie all’omonima Diga ad arco gravità a doppia curvatura (vista sopra).
Nella sala macchine sono installati tre gruppi con turbine Francis e due gruppi ausiliari con turbine Pelton.
La sala di trasformazione è connessa alla stazione elettrica da un pozzo verticale alto 242 metri attraverso cui passano i cavi. Tale sistema, per il forte dislivello tra le estremità, era all'epoca unico al mondo.
Vicino alla stazione di trasformazione è visibile anche la vasca di espansione del pozzo piezometrico.
Ecco qualche immagine (con particolare gratitudine al sito web dell'ENEL).

Scorcio della sala macchine

Vecchia foto della sala macchine
CENTRALE DI SAN GIACOMO
Oltrepassata la Diga di Piaganini, la strada continua a salire e ad inerpicarsi sulla montagna. Siamo sempre sul fianco destro.
Prima di passare (attraverso una serie di ponti) sul fianco sinistro, incontriamo la Centrale di San Giacomo, una delle più importanti centrali d'Italia, situata anch'essa in caverna ed alimentata dall'invaso di Provvidenza (situato più a monte).
Recentemente, l'ENEL ha affiancato al nome di San Giacomo, anche quello di Ignazio Silone.
Eccone alcune immagini (un po' scattate da me oggi stesso, altre prese grazie all'archivio dell'ENEL).

Cancello d'ingresso alla Centrale

L'entrata alla galleria che conduce alla Centrale

La sala macchine nella caverna originaria

Vecchia foto della sala macchine nella caverna originaria
Se cliccate sul link sottostante, inoltre, vi comparirà un interessante filmato nel quale i tecnici dell'ENEL vi condurranno all'interno della Centrale di San Giacomo e spiegheranno il funzionamento dell'intero sistema idroelettrico del Vomano, in Abruzzo.
http://video.google.it/videoplay?docid= ... 8259044618
Se siete curiosi di visionare un impianto idroelettrico in esercizio, vi consiglio di guardare questo filmato. Guardate cosa è arrivato a realizzare, di straordinario, l'uomo...
Oltrepassata la Diga di Piaganini, la strada continua a salire e ad inerpicarsi sulla montagna. Siamo sempre sul fianco destro.
Prima di passare (attraverso una serie di ponti) sul fianco sinistro, incontriamo la Centrale di San Giacomo, una delle più importanti centrali d'Italia, situata anch'essa in caverna ed alimentata dall'invaso di Provvidenza (situato più a monte).
Recentemente, l'ENEL ha affiancato al nome di San Giacomo, anche quello di Ignazio Silone.
Eccone alcune immagini (un po' scattate da me oggi stesso, altre prese grazie all'archivio dell'ENEL).

Cancello d'ingresso alla Centrale

L'entrata alla galleria che conduce alla Centrale

La sala macchine nella caverna originaria

Vecchia foto della sala macchine nella caverna originaria
Se cliccate sul link sottostante, inoltre, vi comparirà un interessante filmato nel quale i tecnici dell'ENEL vi condurranno all'interno della Centrale di San Giacomo e spiegheranno il funzionamento dell'intero sistema idroelettrico del Vomano, in Abruzzo.
http://video.google.it/videoplay?docid= ... 8259044618
Se siete curiosi di visionare un impianto idroelettrico in esercizio, vi consiglio di guardare questo filmato. Guardate cosa è arrivato a realizzare, di straordinario, l'uomo...

Ultima modifica di Primoli il 02 mar 2008, 22:42, modificato 1 volta in totale.
DIGA DI PROVVIDENZA
Oltrepassata la Centrale di San Giacomo, la strada continua ad inerpicarsi sulla montagna e, attraverso una serie di ponti e gallerie, si passa sul versante sinistro.
Ad un certo punto, sulla sinistra, compare dinanzi a noi la Diga di Provvidenza. E' il secondo sbarramento che incontriamo ed esso alimenta la sottostante Centrale di San Giacomo (che abbiamo visto prima).
Eccone alcune immagini (come sempre, ringrazio gli archivi dell'ENEL che mi sono venuti in soccorso laddove le mie foto non erano sufficienti).

Descrizione della Diga di Provvidenza in un pannello dell'ENEL

Ingresso della palazzina di controllo della Diga

Scorcio del frontale della Diga

Gli sfioratori della Diga di Provvidenza

Vista della Diga dal tampone

La spalla destra della Diga

Vista della Diga dal tampone

Sbocco di una galleria alla base della Diga (non so cosa sia)
Oltrepassata la Centrale di San Giacomo, la strada continua ad inerpicarsi sulla montagna e, attraverso una serie di ponti e gallerie, si passa sul versante sinistro.
Ad un certo punto, sulla sinistra, compare dinanzi a noi la Diga di Provvidenza. E' il secondo sbarramento che incontriamo ed esso alimenta la sottostante Centrale di San Giacomo (che abbiamo visto prima).
Eccone alcune immagini (come sempre, ringrazio gli archivi dell'ENEL che mi sono venuti in soccorso laddove le mie foto non erano sufficienti).

Descrizione della Diga di Provvidenza in un pannello dell'ENEL

Ingresso della palazzina di controllo della Diga

Scorcio del frontale della Diga

Gli sfioratori della Diga di Provvidenza

Vista della Diga dal tampone

La spalla destra della Diga

Vista della Diga dal tampone

Sbocco di una galleria alla base della Diga (non so cosa sia)
CENTRALE DI PROVVIDENZA
Nei pressi della Diga appena vista (che è sul lato sinistro della strada), vi è la Centrale che ha il medesimo nome (che, invece, è sulla destra della strada).
La Centrale di Provvidenza è situata in caverna e si rivela all'esterno attraverso un bel portale in pietra (visibile nelle foto sottostanti).
L'impianto, costruito nel 1949 (coevo alla vicina Diga, quindi), è alimentato dal serbatoio di Campotosto, la cui realizzazione iniziò nel 1940.
La Centrale è fornita di tre gruppi (di cui uno ad asse verticale) provvisti di pompe.
Eccone alcune immagini (il consueto ringraziamento all'ENEL è d'obbligo).

L'ingresso della Centrale

Galleria principale di accesso alla Centrale

Sala batterie

Sala comandi

Sala comandi e sala macchine

Turboalternatore e carroponte

Caverne e gallerie
Nei pressi della Diga appena vista (che è sul lato sinistro della strada), vi è la Centrale che ha il medesimo nome (che, invece, è sulla destra della strada).
La Centrale di Provvidenza è situata in caverna e si rivela all'esterno attraverso un bel portale in pietra (visibile nelle foto sottostanti).
L'impianto, costruito nel 1949 (coevo alla vicina Diga, quindi), è alimentato dal serbatoio di Campotosto, la cui realizzazione iniziò nel 1940.
La Centrale è fornita di tre gruppi (di cui uno ad asse verticale) provvisti di pompe.
Eccone alcune immagini (il consueto ringraziamento all'ENEL è d'obbligo).

L'ingresso della Centrale

Galleria principale di accesso alla Centrale

Sala batterie

Sala comandi

Sala comandi e sala macchine

Turboalternatore e carroponte

Caverne e gallerie
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Complimenti Primoli, ottimo reportage!
Sono impianti molto belli
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Vivo la mia vita un quarto di diga alla volta,
e in mezzo a quei conci...mi sento libero!
LEDRARULE
Cence memorie nol è futûr...
LA FORZA DELL'ACQUA,
GOVERNATA DALL'UOMO
CREA LUCE E VITA
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- phante
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Grandiosa la centrale di Provvidenza!!!
Cosa ci stà in quella sala macchine? Sembra di vedere una di quelle grandi centrali americane!
Cosa ci stà in quella sala macchine? Sembra di vedere una di quelle grandi centrali americane!
Siamo macchie d'olio pensante,
trasportate lungo corridoi d'ombra.
Da qualche parte abbiamo i corpi,
molto lontano, in una mansarda stipata
con il soffitto d'acciaio e vetro.
W.Gibson, La notte che bruciammo Chrome
trasportate lungo corridoi d'ombra.
Da qualche parte abbiamo i corpi,
molto lontano, in una mansarda stipata
con il soffitto d'acciaio e vetro.
W.Gibson, La notte che bruciammo Chrome
Considera che le centrali di San Giacomo e di Provvidenza hanno l'incarico di effettuare, in caso di black-out, la riaccensione sulla rete elettrica primaria nel centro-sud d'Italia (come avvenne nel black-out del settembre 2003, quando queste centrali consentirono di far ripartire verso la stazione Termini di Roma i treni bloccati da diverse ore).phante ha scritto:Grandiosa la centrale di Provvidenza!!!
Cosa ci stà in quella sala macchine? Sembra di vedere una di quelle grandi centrali americane!
Hai visto, tra l'altro, il filmato relativo all'interno della Centrale di San Giacomo, illustrato dal tecnico dell'ENEL?
- phante
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Ecco perchè è così "corposa"
Si tratta delle versione centro-sud di Soverzene, Fadalto e Somplago.
Purtroppo il filmato non l'ho ancora visto perchè sono stato due giorni fuori dalla rete occupato in attività idrauliche (delle quali vi fornirò corposa documentazione
) ma mi rifaccio stasera.

Purtroppo il filmato non l'ho ancora visto perchè sono stato due giorni fuori dalla rete occupato in attività idrauliche (delle quali vi fornirò corposa documentazione

Siamo macchie d'olio pensante,
trasportate lungo corridoi d'ombra.
Da qualche parte abbiamo i corpi,
molto lontano, in una mansarda stipata
con il soffitto d'acciaio e vetro.
W.Gibson, La notte che bruciammo Chrome
trasportate lungo corridoi d'ombra.
Da qualche parte abbiamo i corpi,
molto lontano, in una mansarda stipata
con il soffitto d'acciaio e vetro.
W.Gibson, La notte che bruciammo Chrome
Bel gruppo di impianti, quelli in Abruzzo e che come dice phante sono l'equivalente di quelli citati del NE... Quelli appunto compresi nel "Piano di riaccensione del Sistema Elettrico Nazionale", documento che alcuni anni fa ho scaricato dal sito GRTN e che ora si dovrebbe trovare sul sito di TERNA. Per quanto riguarda questa procedura è interessante perchè è prevista una serie di manovre per modificare provvisoriamente l'assetto della rete, in modo tale che le idroelettriche, che possono partire in pochissimi minuti, forniscano energia alle termoelettriche per la loro riaccensione, che potrebbe durare diverse ore, nel caso non riescano, come nel 2003 ad effetuare il "rifiuto del carico" che è l'operazione che consentirebbe, per dirla in termini semplici, di rimanere in funzione "al minimo".phante ha scritto:Ecco perchè è così "corposa"Si tratta delle versione centro-sud di Soverzene, Fadalto e Somplago.
Scusate una domanda da profano...
Nel filmato relativo alla Centrale di San Giacomo (sopra linkato), una di quelle deputate alla riaccensione della rete elettrica nazionale, il tecnico dell'ENEL descrive tutto il funzionamento della Centrale e come viene concretamente prodotta l'energia elettrica grazie alle condotte d'acqua provenienti dagli invasi.
Ora io mi chiedo... se l'acqua è sempre disponibile e le turbine, quindi, sono sempre in funzione... com'é possibile che, in caso di blak-out, diverse centrali italiane si fermino?
Magari ci potrà essere un abbassamento di tensione o magari l'interruzione di qualche linea elettrica... ma anche in caso di black-out le centrali idroelettriche rimangono comunque in funzione e garantiscono comunque l'alimentazione della rete elettrica nazionale, no?
Nel filmato relativo alla Centrale di San Giacomo (sopra linkato), una di quelle deputate alla riaccensione della rete elettrica nazionale, il tecnico dell'ENEL descrive tutto il funzionamento della Centrale e come viene concretamente prodotta l'energia elettrica grazie alle condotte d'acqua provenienti dagli invasi.
Ora io mi chiedo... se l'acqua è sempre disponibile e le turbine, quindi, sono sempre in funzione... com'é possibile che, in caso di blak-out, diverse centrali italiane si fermino?
Magari ci potrà essere un abbassamento di tensione o magari l'interruzione di qualche linea elettrica... ma anche in caso di black-out le centrali idroelettriche rimangono comunque in funzione e garantiscono comunque l'alimentazione della rete elettrica nazionale, no?
Altra domandina tecnica...
Nel citato filmato, il tecnico dell'ENEL ha spiegato che esitono anche delle pompe (almeno nel caso delle centrali di San Giacomo, Provvidenza e Montorio) che permettono di riportare l'acqua di scarico delle centrali stesse... al bacino soprastante! Insomma... l'acqua, dopo essere stata utilizzata per le turbine, viene riportata a monte.
Nel caso specifico, nel filmato si vede che la Centrale di San Giacomo ha un pozzo di circa 60m che collega la Centrale col sottostante invaso di Piaganini, al fine di pescare le acque di questo e riportarle (attraverso il cosiddetto "gruppo reversibile"... il tecnico ENEL lo chiama così) alla Centrale e, da questa, al superiore bacino di Provvidenza (più alto di circa 660m attraverso un pozzo verticale).
In sostanza... ma quanta energia costa alla Centrale pescare l'acqua nel bacino ad essa sottostante (pozzo di 60m), riportarla su e poi ripomparla nuovamente ancora più su, nel bacino ancora superiore (più alto di circa 660m rispetto alla Centrale medesima)?
Ma questo riutilizzo continuo dell'acqua di scarico delle centrali... non costa nulla in fatto di energia prodotta e poi immessa sulla rete elettrica?
E le acque sempre riutilizzate dai gruppi reversibili... non vanno ad aggiungersi a quelle fluenti dei fiumi (che vengono captate e comunque immesse nei tre bacini), col rischio di aumentare pericolosamente la quota massima d'invaso?
Nel citato filmato, il tecnico dell'ENEL ha spiegato che esitono anche delle pompe (almeno nel caso delle centrali di San Giacomo, Provvidenza e Montorio) che permettono di riportare l'acqua di scarico delle centrali stesse... al bacino soprastante! Insomma... l'acqua, dopo essere stata utilizzata per le turbine, viene riportata a monte.
Nel caso specifico, nel filmato si vede che la Centrale di San Giacomo ha un pozzo di circa 60m che collega la Centrale col sottostante invaso di Piaganini, al fine di pescare le acque di questo e riportarle (attraverso il cosiddetto "gruppo reversibile"... il tecnico ENEL lo chiama così) alla Centrale e, da questa, al superiore bacino di Provvidenza (più alto di circa 660m attraverso un pozzo verticale).
In sostanza... ma quanta energia costa alla Centrale pescare l'acqua nel bacino ad essa sottostante (pozzo di 60m), riportarla su e poi ripomparla nuovamente ancora più su, nel bacino ancora superiore (più alto di circa 660m rispetto alla Centrale medesima)?
Ma questo riutilizzo continuo dell'acqua di scarico delle centrali... non costa nulla in fatto di energia prodotta e poi immessa sulla rete elettrica?
E le acque sempre riutilizzate dai gruppi reversibili... non vanno ad aggiungersi a quelle fluenti dei fiumi (che vengono captate e comunque immesse nei tre bacini), col rischio di aumentare pericolosamente la quota massima d'invaso?

In caso sugli argomenti "piano di riaccensione" e blackout 2003" possiamo eventualmente aprire un topic ad hoc, ma in questo link c'è la relazione dell'AEEG sulle cause del blackout del 2003. Essenzialmente il problema fu dovuto ad una perdita di sincronismo sulla frequenza dopo il "buco" di potenza. Molte centrali non riuscendo a mantenere il sincronismo nelle tolleranza ammesse, si fermarono e da questo naquero tutti i guai a catena....

Per quanto riguarda il pompaggio, si fa di notte quando disponiamo di energia di importazione a bassissimo costo, e pertanto dal punto di vista economico l'operazione è conveniente, dato che poi si cerca di concentrare la produzione idroeletttrica nelle ore di punta quando sale anche il prezzo.
Se nel 2003 si fosse riusciti a disattivare il pompaggio perlomeno a Entraque e Edolo (le due più grosse di questo tipo in italia, che insieme fanno circa 1800MW), probabilmente non sarebbe successo il disastro.... Ma gli svizzeri ci dissero che mancavano 300MW, mentre invece ne mancavano 3000.....

Per quanto riguarda il pompaggio, si fa di notte quando disponiamo di energia di importazione a bassissimo costo, e pertanto dal punto di vista economico l'operazione è conveniente, dato che poi si cerca di concentrare la produzione idroeletttrica nelle ore di punta quando sale anche il prezzo.
Se nel 2003 si fosse riusciti a disattivare il pompaggio perlomeno a Entraque e Edolo (le due più grosse di questo tipo in italia, che insieme fanno circa 1800MW), probabilmente non sarebbe successo il disastro.... Ma gli svizzeri ci dissero che mancavano 300MW, mentre invece ne mancavano 3000.....
In merito mi sembra che comunque avvenne il distacco immediato o quasi di tutte le centrali a pompaggio in quel momento. In tutto circa 3200 MW. Mentre ci fu il distacco anticipato di diversi gruppi termoeletrici a causa della frequenza che era scesa di molto, ma sempre sopra le soglie ufficiali di emergenza.
Cedegolo, San Fiorano, Campellio, Salarno, Baitone; Pantano, Edolo; Dossi, Gavazzo, Aviasco, Gromo; Sardegnana, Carona, Bordogna, Lenna; Vobarno, Gargnano. Campo Moro, Lanzada, Sondrio, Pedesina, Trona, Gerola, Monastero, Talamona; Creva, Roncovalgrande.