
Mosso da una curiosità quasi morbosa, ho realizzato qualche ricerca (anche con l’aiuto di valide testimonianze), ho riletto tutti i libri in mio possesso, sono tornato più volte sul Vajont a cercare ed a scattare foto, e finalmente, sono giunto ad una conclusione.

Quello che posto è uno schema abbastanza preciso di quanto realizzato dalla Sade per svuotare il lago del Vajont il cui livello si elevava pericolosamente, prima che i sommozzatori riuscissero a ripristinare la galleria di by-pass e ad allungarla oltre la diga.
In pratica sono state realizzate tre condotte, o meglio, due di queste sono state iniziate prima del disastro, pensando, come riportato su diversi schemi anche già presenti in gallery, di collegare un’alimentazione di acqua (proveniente dalla Cimoliana) al serbatorio del Vajont, ed uno scarico per successiva centrale lungo il Cellina.
La galleria a quota 640 slm ha un diametro elevato, appunto perché pensata per i suddetti motivi, mentre quella a quota 721 slm, di diametro più ridotto, è stata ultimata nell’immediato dopo disastro variandone la pendenza; da canale di adduzione è diventata così canale di scarico.
Lo scarico a quota 640, con presa sotto San Martino, scarica lungo il Cimolliana, dopo aver attraversato il monte Cornetto:

E questo è lo scivolo di scarico:

Curioso un secondo manufatto, identico al primo e posto di fianco allo stesso, sigillato da una paratia stagna:


La presa sul Vajont:
è regolata da paratoie governate attraverso questa (già vista) cabina comandi:

Per quanto riguarda la parte terminale dello scarico a quota 721 slm, esso scarica in un rio presso Cimolais attraverso questa condotta, fotografata a suo tempo anche da paolino_dam (


L’imbocco, causa folta vegetazione


Lo stesso tubo visto dal ponte stesso, in mezzo alla vegetazione:

La terza condotta realizzata per svuotare il lago dopo la frana, consisteva in un impianto bi-stadio di idrovore, con pescaggi telescopici, che immetteva le acque in una canaletta di legno che correva in destra orografrica della Val Tuora, e giungeva più o meno sino al Muro del Pianto, dove poi scaricava in un rio che scende verso Cimolais. Purtroppo di questa parte d’impianto non vi sono tracce sui luoghi, ne memoria precisa; della parte iniziale invece ho trovato qualcosa: guardando questa foto, tratta da “La storia del Vajont” di E. Semenza, si vede l’impianto di pompaggio, che ha funzionato da marzo ad agosto del 1964.

Ho riquadrato in blu le condotte metalliche che poi confluivano nella canaletta in legno, in verde due tubazioni più occidentali, mentre in rosso la batteria orientale di tubi di pescaggio. Del locale pompe non esiste oggi nulla, se non qualche piccolo getto nella boscaglia parallela alla strada statale; ho trovato invece il manufatto innalzato sopra il muretto di contenimento della carrozzabile, contenente le guide per la batteria dei 10 tubi:

Un dettaglio del buco:

E questo è il manufatto superiore, dove i tubi entravano nel capannone, come si vede dalla foto d’epoca:

Qui si vede il manufatto in cls con le due tubazioni più occidentali:


Non c’è nient’altro attorno, la vegetazione ed il tempo hanno cancellato ogni traccia

Ogni altra aggiunta o notizia è, naturalmente, ben accetta
